APRIRE UNA SOCIETÀ ALL’ESTERO

Ormai, gli scandali giornalistici di personaggi più o meno noti all’opinione pubblica che detengono capitali in società offshore in paradisi fiscali più o meno noti, sono all’ordine del giorno.
Star della musica e dello spettacolo, Capi di Stato, personaggi famosi e imprenditori sono finiti nella lista Falciani, nei Panama Papers e, più recentemente, nei Paradise Papers, assicurando guai e multe salate.
L’obiettivo di questo articolo è di fare chiarezza sulle ragioni e sulle problematiche più comuni quando si decide di creare società all’estero.

Perchè si aprono società all’estero?

Decidere di aprire una società all’estero risponde a numerose esigenze: ingresso in un mercato estero, sfruttamento di incentivi locali, organizzazione del gruppo, pianificazione fiscale efficiente e crescita.
È del tutto legittimo e legale creare società all’estero per rispondere a questi fini.

Come mai c’è una crescente richiesta di società estere?

Oltre alle ragioni del precedente paragrafo, le maggiori ragiono che spingono a creare strutture societarie estere sono molteplici: meno tasse, niente contributi INPS, segretezza degli elenchi soci, normative anti-riciclaggio ridotte o assente tra le varie ragioni.

Quali sono gli Stati più ambiti?

Nonostante la lista non abbia la pretesa di essere esaustiva, si segnalano numerosi Stati che possono procurare vantaggi fiscali alle imprese residenti: Regno UnitoPaesi Bassi, Mauritius, Singapore, Emirati Arabi Uniti, Malta, Panama, Costa Rica, Kenya, Oman, Isole Marshall, Svizzera, Liberia, Gambia, Qatar e molti altri.
Si segnalano inoltre alcune aree “economiche speciali” o domini di paesi che, a livello economico e fiscale, diventano una giurisdizione propria come l’Isola di Man, Isola di Guernesey, Isola di Jersey, Curaçao, Sint Maarten Russia​.

Come faccio ad aprire una società in uno di questi Stati?

Nonostante alcuni di questi Stati siano lontanissimi geograficamente dall’Italia e utilizzino lingue “strane”, ci sono centinaia di servizi sul Web che in poche ore sono in grado di aprire una società estera e un conto bancario anonimo, una sede sociale e, per pochi dollari all’anno, gestirne le incombenze fiscali e societarie.
Se questi servizi online sono efficienti a creare e gestire società estere, non si curano di gestire la posizione del Paese di provenienza; e qui, iniziano i problemi.
Non basta che la società sia residente all’estero per poter sfuggire all’occhio vigile del Fisco Italiano, è necessaria anche la presenza di altri fattori che spiegheremo successivamente.

Quando una società estera è considerata Italiana?

Il Fisco e la Guardia di Finanza sono molto chiari in merito. Le società estere sono considerate Italiane o residenti se:
  • Soci Italiani
  • Amministratore Italiano
  • Oggetto sociale in Italia

Se i soci della società “Bella Vita srl” trasferiscono la sede sociale a Malta, costituendo la “Bella Vita ltd” senza cambiare amministratore e continuare a operare in Italia, la società e considerata Italiana, o meglio: esterovestita​.

Se non dichiaro le società estere, come fa il Fisco a saperlo?

Io non dichiarerei nulla. Come fa il Fisco a beccarmi?

Questo è il consiglio più in voga tra i sedicenti consulenti di impresa/fiscalisti. Se non dichiari le società estere nella dichiarazione dei redditi è impossibile che il Fisco ti colga in fallo.
Purtroppo questo consiglio scellerato e masochista non tiene conto di alcuni scambi di informazioni tra i Paesi e le organizzazioni internazionali, insieme a una riduzione del segreto bancario a livello mondiale e la più facile tracciabilità e localizzazione delle persone grazie agli smartphone.

Quali sono le sanzioni?

Le sanzioni in caso di società esterovestite sono molto pesanti.
  • Da € 258 a € 1000 per ogni dichiarazione dei redditi/IVA omessa/Mod. 770/CU ecc.
  • 120% – 240% di ogni imposta non versata (IVA, IRES, IRPEF, Ritenute ecc.)
  • Sanzioni per mancata tenuta dei registri contabili
  • Accertamenti induttivi

Il Fisco ha tempo fino a 16 anni dopo l’apertura della società per controllarti.
Oltre alle sanzioni esposte ci sono numerosi risvolti penali non di poco conto.

Voglio aprire una società all’estero. Cosa devo fare quindi?

Per aprire una società all’estero è fondamentale, ed evitare ogni contenzioso col fisco, è necessaria una pianificazione ad hoc in base alle esigenze personali e agli obiettivi stabiliti; ci sono innumerevoli strumenti legali per soddisfare ogni necessità.
Per fare ciò è necessario affidarsi a Professionisti specializzati che valutino la TUA struttura tenendo conto delle TUE esigenze, i quali si affidino a una rete di professionisti esteri (avvocati, notai, commercialisti).

Accounting Bolla opera stabilmente in Italia e nel Regno Unito (essendo accreditati in entrambi i Paesi come Commercialisti) e ha aiutato centinaia di persone e società a creare strutture internazionali nel pieno rispetto della legge Italiana.
Se vuoi ricevere la tua prima consulenza o semplicemente vuoi saperne di più, contattami qui sotto.

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